mercoledì 13 giugno 2012

Piccola parentesi sull'ascolto

Voglio aprire una veloce parentesi sull' ascolto dal libro "comunicare in modo etico" di M.Teresa Giannelli: 

Nella cultura odierna prevale l’enfatizzazione dell’io a discapito del tu e del noi e quindi un’ abitudine del monologo invece che dell’ ascolto. La capacità ad ascoltare (se stessi e gli altri) si è indebolita, questo perché ai bambini non si insegna ad ascoltare,l’abitudine a guardare la televisione ci rende ascoltatori superficiali e distratti e questo si ripercuote sulle relazioni sociali. Di conseguenza le persone insistono a chiedere attenzione, gridando o con atti violenti. Siamo circondati da così tanta comunicazione che questa porta all’indebolimento di se stessa. D’altra parte aprirsi verso gli altri comporta rischi, primo fra tutti quello di lasciare troppo spazio all’ altra persona, offuscando per un momento la propria persona, o il rischio di essere smentiti così ci si difende con lunghi monologhi.
La maggior parte delle persone appena ha di fronte qualcuno disposto ad ascoltarla, si lascia andare a monologhi pieni di racconti autoreferenziali, ci si ritrova in conversazioni che non sono dettate dal bisogno di comunicare ma dal desiderio di affermare e di rafforzare il proprio io. I monologhi hanno la funzione hanno la funzione di rassicurare chi li attua ma un mondo pieno di gente che parla ma non ascolta è di conseguenza un mondo pieno di gente che non viene ascoltata, eppure ciò che tutti desideriamo è proprio quello di sentirci ascoltati.
L’importanza dell’ ascolto è descritto nelle azioni quotidiane, nei rapporti familiari e affettivi la mancanza di ascolto è la causa frequente di incomprensioni, conflitti, dissapori e nel mondo di lavoro l’incompetenza nell’ascolto è una delle prime cause di inefficienza. Le aziende pagano metà del loro stipendio ai loro dirigenti perché sappiano ascoltare prima di decidere e agire poiché conoscenze ed esperienze personali servono a poco se non vengono utilizzate in modo coerente con i problemi posti. Attraverso l’ascolto acquisiamo il punto di vista degli altri che arricchisce e completa il proprio e stimola nuove prospettive generando nuove idee. Quando l’altro non ci ascolta riceviamo il messaggio di non essere abbastanza interessanti per lui generando frustrazione, sofferenza e rabbia nei confronti dell’ altro.
Ci sono diverse intensità di ascolto, può essere superficiale e intermittente o continuo e profondo  e può capitare di essere vittime di una sorta di autoinganno: crediamo di aver ascoltato ma, dopo pochi minuti, non siamo in grado di ricordare quanto ha detto. Se si sta male fisicamente o si è presi da un lavoro o preoccupati da un problema o mal disposti verso chi parla, difficilmente si sarà capaci di un buon ascolto. Quando ascoltiamo poi lo facciamo attraverso il filtro della nostra soggettività e delle esperienze che ci hanno segnato. Ciascuno ha delle particolari aree di “sordità” nelle quali certi contenuti non penetrano, esse spesso sono legate alle aree di insicurezza o inquietudine che ci caratterizzano. Può essere molto utile capire quali sono queste aree di sordità per acquistare quella consapevolezza che permetterà di correggere il nostro comportamento.
Ci sono circostanze in cui in interlocutore può essere animato da intenzioni manipolatorie o poco chiare ed è in casi come questi che è necessario saper attivare un ascolto attento.
Ascoltare richiede energia, concentrazione, impegno e bisogna imparare quando è necessario attivare a pieno questa capacità e quando ci si può permettere di usarla in modo leggero. Il vero ascolto ci vuole attivi, partecipi, curiosi e quindi interessati a comprendere davvero ciò che l’altro vuole condividere con noi, che siano pensieri, ricordi, emozioni o stati d’animo. Ascoltare significa prestare attenzione al messaggio globale dell’interlocutore e sentire la risonanza emotiva che produce dentro di noi. Per comprendere davvero bisogna mettere l’impegno mentale ed emotivo necessari a cogliere la complessità del messaggio perché il contenuto di un discorso può non essere immediatamente evidente, a volte è implicito, altre volte nascosto e un buon ascoltatore sa distinguere ciò è importante da ciò che lo è di meno.
In certe circostanze è importante saper riconoscere lo stato d’animo dell’interlocutore e decifrare i significati segreti e tutto ciò può essere possibile mettendo da parte, per un istante, il proprio se, per creare dentro uno spazio di accoglienza all’ altro e per arrivare a ciò è essenziale abbandonare atteggiamenti valutativi e giudicanti, bisogna lasciar da parte critiche, recriminazioni, rimproveri, prediche. Bisogna assumere che l’altro ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva. Importante è l’ascolto empatico che non è centrato sulle parole ma sui sentimenti sottostanti e per questo comunica all’interlocutore un’ autentica accettazione. L’ascoltare davvero l’altro e considerare il suo punto di vista produce in noi piccoli, impercettibili mutamenti, rendendoci un po’ diversi da come eravamo prima. Per riuscire ad aprirsi all’ ascolto empatico bisogna saper ammettere i proprio limiti, mettersi in discussione riconoscendo le ragioni dell’altro, viceversa coloro che si sentono minacciati da punti di vista diversi, che temono costantemente di essere smentiti e svalutati non possono accogliere serenamente le parole dell’ altro, non possono che rifugiarsi nella sordità e nel non ascolto.

Ritengo sia molto importante imparare ad ascoltare sia per i rapporti personali ma soprattutto nell’ ambiente lavorativo, specie nell’ ambito della comunicazione dove per soddisfare un cliente bisogna capirlo e ascoltarlo è il primo metodo per riuscire a farlo. Se il cliente si sentirà ascoltato riuscirà a riporre fiducia e ne uscirà più soddisfatto. Purtroppo molto spesso ci riesce difficile perché purtroppo, come dice la Giannelli nel suo libro, siamo in un epoca in cui la comunicazione danneggia se stessa, ricoperti da segnali di ogni genere e le tecnologie riducono ogni interazione sociale. Il nuovo modo di comunicare è il social network dove possiamo scegliere se ascoltare le persone con un click, non serve neanche più fingere, basta chiudere la finestra indesiderata. Navigando per la rete siamo talmente abituati ad ignorare i messaggi che non ci interessano e infastiditi che questi messaggi indesiderati ci appaiano che anche nelle relazioni sociali utilizziamo automaticamente dei filtri, magari senza accorgercene, e magari arriveremo un giorno a voler ascoltare ma non esserne più in grado. A volte siamo costretti a non ascoltare anche nei momenti di relax, pensiamo alle uscite con gli amici, andiamo in un locale e siamo sovrastati dalla musica altissima che non ci permette di comunicare. Anche la società attuale ci mostra i segnali del nostro non ascolto, siamo così preoccupati ad enfatizzare l’ io che non ci accorgiamo che se ci ascoltassimo vorremmo tutti le stesse cose, avremmo gli stessi valori,  ma non facendolo ognuno agisce per il proprio conto cercando di prevalere sugli altri. 

martedì 5 giugno 2012

La memoria fotografica

Ho trovato molto interessante questo giochino per sviluppare l'apprendimento dei colori con l'aiuto della memoria fotografica nei bambini dal sito http://www.bambini-intelligenti.com:


Con questo gioco aiuteremo il bambino a fare attenzione, a riconoscere e a distinguere molte tonalità di colore affinando efficacemente il senso della vista.Anche se pensi che un esercizio di questo tipo sia superfluo, ti assicuriamo  invece che questo semplice gioco potrebbe diventare un utilissimo strumento a disposizione di tuo figlio! Quando un bambino è così piccolo non sappiamo i suoi reali interessi, le sue inclinazione e  le sue passioni e non possiamo sapere le scelte che effettuerà una volta adulto….E’ importante quindi che il genitore, attraverso il gioco e il divertimento, cerchi di alimentare la conoscenza del bambino sugli ambiti più diversi per permettergli di acquisire più competenze, di avere più consapevolezza e quindi più possibilità!Sviluppare efficacemente l’uso e la sensibilità di ogni singolo senso è uno dei suggerimenti principali delle migliori scuole pedagogiche al mondo e sicuramente  lo strumento più efficace per…andare alla radice del “problema”!Sicuramente potresti obiettare che è semplice riconoscere i colori e che tutti sanno farlo!In realtà…DIPENDE! Se lo facciamo nel modo tradizionale, mostrando solo le 8/10 tonalità base… forse sì!MA NOI NON CI ACCONTENTIAMO DI RISULTATI “MEDI”….Per farti capire la potenzialità di questo gioco, prima di iniziare permettici di sottoporti a questi 2 piccoli test:Quanti colori conosci VERAMENTE TU? Potresti assegnare ad ogni rettangolo il relativo colore?


FACILE?? Prova adesso…

 
Assegna ora ad ogni nome il giusto colore! (li abbiamo mescolati un po’ per rendere il gioco più interessante.  
Bianco,  Giallo limone,  Giallo, Giallo Scuro, Smeraldo, Carminio, Rosa, Bistro, Ocra, Arancio Medio, Acquamarina, Cinabro, Pesca, Ombra, Porpora, Salvia, Rosso, Verde, Carne, Selva,  Avio,  Celeste, Palissandro, Turchese, Oltremare, Arancione, Violetto, Geranio, Rosso Inglese, Cobalto, Terra di Siena, Marrone,  Magenta,  Grigio Caldo, Grigio freddo,  Nero. 
Se non sei un bravo grafico o uno studioso/appassionato d’arte, probabilmenteavrai avuto molte difficoltà in questo esercizio!… E pensare che questi sononormalissimi colori pastello!Bando alle chiacchiere: eccoti le ISTRUZIONI!1.In ogni attività educativa rivolta all’infanzia l’intenzione dovrebbe essere quella di proporre al bambino sempre dei dati  CORRETTI e REALI quindi, se vogliamo che memorizzino e riconoscano certe precise tonalità di colore, non possiamo fidarci delle nostre stampanti casalinghe che per varie ragioni (qualità della stampante, della carta, del software di stampa, ecc…) non sono totalmente affidabili e utili al nostro scopo. Prima di tutto è pertanto necessario procurarsi una scatola di colori pastello di qualità (es. Giotto o Fila) contenente le 36 tonalità principali e possibilmente con il nome del colore inciso in ognuna delle matite.2. Ritaglia 36 cartoncini formato 10 cm x 15 cm circa e colorale a mano con i pastelli che ti sei procurato scrivendo sul retro del cartoncino di che colore si tratta.Procedi poi come qui indicato.

1° GIORNO1. Scegli 5/6 colori (in base all’età e all’interesse del piccolo puoi prenderne sia di più che di meno… ) e mostrali al tuo bambino lasciando che li studi e che ci giochi per qualche secondo. Se puoi, fornisci una indicazione “emotiva” ad ogni colore (“..questo è l’AZZURRO: come gli occhi del papà!..questo è il CARMINIO: come il rossetto della mamma!; questo è il “TERRA DI SIENA”; come il tuo orsetto!”; ecc..) cercando di essere fantasioso e divertente!2.Riprendi le carte in mano a faccia in giù (con il colore verso il basso e la scritta verso di te) e mostrale ad una ad una alzando la parte colorata verso il bambino per 2 secondi e leggendo di che colore si tratta. N.b.: NON PIU’ DI 2 SECONDI… FIDATI!3. Mescola e ripeti ancora una volta la visualizzazione delle stesse carte. METTI VIA TUTTO, PASSA A QUALCHE ALTRO GIOCO O LASCIA LIBERO IL BAMBINO!. Possibilmente lo stesso giorno, dopo qualche ora e in base alle tue preferenze ed esigenze, ripeti il gioco con le stesse carte.

2° GIORNO1. Ripeti la visualizzazione con le stesse carte.

dal 3° al 4° GIORNO1. Metti da parte il primo gruppo di carte, scegline altre 4/5 e ripeti la visualizzazione con le stesse modalità.

dal 5° GIORNO in poi1. Ogni 2/3 giorni scegli carte diverse fino alla visualizzazione di tutti i colori! Quanto tutti i colori sono stati visualizzati, puoi rimescolarli e riproporli sempre diversi per altri 3 o 4 giorni. Il numero di carte da far visualizzare a sessione può ora variare a seconda dell’interesse che suscitano sul tuo bambino: se vedi che si stanca, non superare le 10 tonalità, se invece vedi che si diverte e prova piacere, puoi fargli vedere anche tutti e 36 i colori!

Poi… INIZIA A RIDURRE IL TEMPO DI VISUALIZZAZIONE ARRIVANDO A MENO DI 1 SECONDO A COLORE: i cartoncini devono essere mostrati in UN BATTER DI CIGLIA… UNO SCATTO VELOCISSIMO… UN VERO E PROPRIO FLASH!2.Qualche giorno dopo se il bimbo sa parlare fatti dire che colore gli hai appena mostrato e… preparati a essere sbalordito! IL BAMBINO RICONOSCERÀ’ IL COLORE SENZA PROBLEMI e, addirittura, è  molto facile che tu riesca a riconoscere MENO tonalità rispetto al tuo bambino!NOTE:- Non importa l’età di tuo figlio: puoi iniziare l’attività già a 10 o 12 mesi! Naturalmente se è così piccolo e non sa ancora parlare non potrà darti un feedback  dell’avvenuto apprendimento. NON preoccuparti di questo e FIDATI DI LUI e ogni 2 o 3 giorni passa pure ai colori successivi ANCHE SE PENSI CHE NON ABBIAMEMORIZZATO NULLA: quando sarà il momento e ne avrà la possibilitàTI DIMOSTRERA’ DI COSA E’ CAPACE!- Se il tuo bambino è più grandicello resisti almeno per 5 o 6 giorni prima di testare se ha memorizzato le prime tonalità e cerca di far diventare questi momenti insieme qualcosa di divertente e gioioso… non un interrogatorio!-Riguardo le istruzioni riportate, ricorda che non ci sono regole rigide: questo tipo di giochi si basano anche sulla tua sensibilità, sulle risposte del tuo bambino e sul piacere e sul  divertimento che prova! Sentiti libero di modificare il gioco a tuo piacimento per quanto riguarda il numero di colori da visualizzare o il numero di ripetizioni giornaliere!- Questo esercizio per alcuni versi è forse addirittura più complicato di quelli dedicati alla lettura perché si inseriscono variabili più “sottili” e difficilmente controllabili come la sensibilità visiva e l’interessamento che il bambino ha verso la “componente colore”.-Con il gioco dei colori stiamo introducendo l’uso delle Flash Card cioè dei cartoncini che danno la possibilità di fornire al bambino proprio ciò di cui ha bisogno: informazioni veloci, chiare, univoche e non confondibili.- Stiamo inoltre attuando parzialmente una tecnica che si avvicina ad uno dei cardini della pedagogia Montessoriana relativa allo sviluppo delle capacità del bambino attraverso “l’isolamento sensoriale”rendendo il piccolo più consapevole delle informazioni che gli arrivano, in questo caso, dal senso della vista.- Il riconoscimento consapevole di molte tonalità di colore sarà un grande aiuto per il tuo bambino anche se gran parte dei vantaggi si mostreranno con tutta la loro importanza solo nel lungo periodo, quando il bambino inizierà a cimentarsi in attività di un certo livello, per esempio a scuola, al lavoro o per un suo hobby!Inizialmente sarà comunque probabile notare un cambiamento nei disegni di tuo figlio e ti accorgerai come la scelta dei colori diventerà più precisa e consapevole: non userà più un verde o un rosso “a caso” ma, con una azione volontaria e con cognizione di causa,  selezionerà il verde cinabro o acquamarina, il rosso carminio o il rosso inglese, ecc…! Per riportare un fatto successo qualche settimana fa, possiamo raccontarti che una sera Elisa, per scegliere più accuratamente i colori per un disegnino sul quale voleva rappresentare i nonni che abitano nella abitazione sotto alla nostra, addirittura è scesa giù per controllare la tonalità del colore dei loro occhi prima di riportarli su carta!! 

Fotografia e pedagogia

Ora parliamo di come la fotografia possa aiutare per degli interventi pedagogici, infatti l'utilizzo di foto significative aiuta ad immaginare situazioni, colmare vuoti, chiarire relazioni, congedare rapporti, scegliere
soluzioni. Si può scegliere: di dialogare con la persona ritratta nella foto; di animare un dialogo fra più foto; di immaginare di entrare nella fotografia; di rappresentare una foto in una scena vivente e statica,costruendo una "scultura"; di rappresentare una foto in una scena vivente e dinamica, con l'aiuto del pedagogista clinico o del gruppo di lavoro.
La fotografia consente di lavorare con risultati apprezzabili con diverse categorie di persone: persone anziane,gruppiself-help, persone colpite da amnesia, minori in affido e adozione, persone affette da disabilità anche gravi, persone affette da disturbi dell'alimentazione, persone sopravvissute ad esperienze traumatiche.

La fotografia e il lavoro artistico vengono combinati per rivelare nuove possibilità espressive, educative e terapeutiche.Il collage pedagogico clinico è un'altra efficace modalità artistica ed espressiva, che aiuta il cliente a costruire l'assente e ricostruire il frammentato. Esso consiste nella ricerca, nel ritaglio, nella composizione e nell'assemblaggio di immagini significative per il cliente.

Fonte:www.pedagogiaclinica.com

lunedì 4 giugno 2012

Carnevale a Venezia

Da brava Veneziana non potevo non segnalare questa campagna pubblicitaria di Canon a Venezia (anche se di qualche anno fa).
Si legge sul sito Canon.it:

L' ultima puntata della campagna pubblicitaria "Take Stories", è dedicata a EOS 550D e PowerShot SX210 IS. Gli spot interamente girati a Venezia durante i giorni del Carnevale all'inizio di quest'anno, rivelano come tre fotoamatori raccontano la propria storia dell'eventoEntrambi gli spot sono stati girati con la reflex Canon EOS 5D Mark II, e includono anche immagini fisse e filmati catturati da EOS 550D e PowerShot SX210 IS.EOS 5D Mark II, grazie al sensore full frame e alla registrazione video full HD a 1080p, si presenta come il prodotto ideale che consente di essere dentro l’azione e di cogliere l’intensità dell’atmosfera.
Lo spot della reflex EOS 550D si incentra sul fotografo Massimiliano Cori mentre racconta la sua storia del Carnevale. Questa reflex è perfetta per catturare immagini e video Full HD da 1080p in condizioni di luce fioca grazie al processore d’immagine DIGIC 4, al sensore da 18 megapixel con impostazioni ISO 100-6400 (espandibile a 12800), e alla migliorata tecnologia di riduzione del rumore. Inoltre, il sistema di elaborazione delle immagini a 14 bit produce gradazioni tonali omogenee e colori naturali per stampe di qualità con una risoluzione e un dettaglio sorprendente, incentivando Massimiliano a esplorare nuovi livelli di creatività.
Lo spot di PowerShot SX210 IS invece mostra i due protagonisti, Michele Mattrel e Alicia Radice di sera con la luce che inizia ad affievolirsi, mentre catturano suggestive immagini e filmati, utilizzando la compatta digitale con stabilizzatore d’immagine, su-per-zoom 14x, Smart Auto e tecnologia video HD da 720p. PowerShot SX210 IS permette ad ognuno di immortalare i propri ricordi più emozionanti esattamente come li ha vissuti.
“Ogni immagine può mostrare un luogo, una persona o un evento, ma una bella fo-to o un filmato raccontano una storia. Canon si contraddistingue grazie all’esperienza e alla passione per le immagini; e la nostra campagna pubblicitaria, basata su storie originali girate durante il carnevale, mira a ispirare, educare e stimolare a cogliere qualcosa oltre le immagini; noi vorremmo che i nostri utenti catturino le proprie storie”, così commenta Luca Miraglia, Responsabile della Comunicazione di Canon Italia. Oltre alla presenza televisiva, la campagna ‘Take Stories’ prevede anche uscite sul-la stampa classica e generalista, una ricca pianificazione online e azioni in-store.Entrambi gli spot saranno trasmessi in Italia e in tutti i mercati paneuropei fino alla fine del 2010.


Qui le videostorie e le fotostorie a Venezia



Sotto l'occhio di Canon Venezia è ancora più bella!

Campagna pubblicitaria Canon 60D



Altrettanto simpatica la campagna pubblicitaria Canon del 2010 per la eos 60D dal titolo "trova la tua prospettiva" in cui si creano scenari inverosimili giocando con la prospettiva, curiosa la scelta di inserire l'uomo sullo sfondo delle seconda pubblicità, forse per aumentare il paradossale della situazione.
Di un altro sapore invece il trining video della stessa reflex che punta più sull' aspetto emozionale con musica soft e paesaggi naturali creato dall'agenzia PARADOX MEDIA.


Campagna pubblicitaria Nikon S60



Ecco la campagna pubblicitaria per la nikon s60 di qualche anno fa creata da dall'agenzia Euro RSCG di Singapore. Le caratteristiche più significative come si può notare dalla pubblicità sono l'ampio schermo touchscreen e la possibilità di selezionare automaticamente fino a dodici volti. Trovo che sia una campagna molto carina, che ne pensate?

Double Exposure

Come tutti sappiamo Canon e Nikon sono i due leader nel settore fotografico tanto da creare due schieramenti: canoniani e nikonisti. Navigando nel web mi sono imbattuta su questo video a mio parere molto carino che parla appunto di una battaglia a colpi di scatti fotografici dal titolo "Double Exposure". Il video è stato postato su youtube all'inizio di quest' anno dal fotografo olandese Gerard Henninger (http://www.gerardhenninger.nl).

Chi vincerà questa battaglia? Ecco a voi il video